Disfida per l'Oltrespina

L'inizio dell'anno 1258 pose il sigillo su vecchie acrimonie tra i principati delle Terre Spezzate, ma nuove tensioni si accesero mentre le nevi del rigido inverno si scioglievano. Neenuvar e Corona del Re, coinvolte nell'anno passato in tanti e tali screzi da rischiare una disfida, parvero aver nuovamente raggiunto rapporti amichevoli. D'altra parte, durante un banchetto in terra neenuvaren, gli uomini del Magnifico avevano lanciato un guanto di sfida al Principe Alarico d'Urso per riconquistare i territori dell'Oltrespina, strappata dagli armati di Castelbruma all'Empio Cavaliere Nero noto anche come Rongomiante della Malva.
Sua Maestà Cornelio dei Gastaldi, per evitare inutili spargimenti di sangue, pose allora le condizioni per concedere un'onorevole disfida che risolvesse la contesa ma, nonostante la novella alleanza tra Corona del Re e Valleterna, la disfida non ebbe mai luogo. Voci di corte malignarono che i Valniani non avessero mezzi e uomini bastevoli per contrastare la forza di Castelbruma sul campo di battaglia e il Principe d’Urso irrise pubblicamente i paladini valniani per aver perfino rifiutato un duello d’onore proposto dai suoi armigeri agli avversari di sempre. Nessuno dei sudditi del Magnifico aveva avuto il coraggio di affrontare sul campo il possente bruto Sigfrido da Forte Guardiano, Capitano della Torre. L’Oltrespina rimase dunque brumiana e durante l’inverno le sparute genti che vi abitavano furono riunite sulle sponde del Lago Rongomiante per fondare una nuova città, che prese l’altisonante nome di Conquista.
L’onore valniano, offeso dalle accuse di Alarico d’Urso, fu infine riscattato dalla vittoria di Edoardo dei Castamanti sul bruto principe di Castelbruma in uno spettacolare duello tenutosi in terra venale nella primavera di quell’anno.